È iniziato tutto da un paio di mutande rosa.
Avevo fatto l’errore di non guardare con attenzione i panni che avevo messo dentro la lavatrice. Nella biancheria intima si era intrufolata subdolamente una maglietta rossa che aveva, durante il lavaggio, perso il colore tinteggiando così i panni bianchi. Il risultato? Tutto il bucato di un rosa pallido slavato.
A quale donna non è mai accaduto, almeno una volta nella vita di sbagliare lavaggio?
Era un uomo buono, avevo sposato un uomo buono e lo era stato per ben 12 anni, aveva un buon lavoro con persone gentili, poi la ditta ha chiuso e lui aveva cercato un nuovo impiego e non trovandolo era finito a lavorare con suo padre e suo fratello in fabbrica come operaio.
Quella maledetta maglietta!
Lui quel mattino si era alzato alle 05:00, aveva aperto il cassetto e preso le mutande, le aveva indossate, tutta l’operazione al buio, aveva evitato di accendere la luce della camera da letto per non svegliarmi. Come potevo mai immaginare le conseguenze di quel lavaggio!
Durante il cambio turno, era andato nelle docce della fabbrica e lì, suo padre e suo fratello, avevano visto che le mutande erano rosa… era intollerabile che la moglie che aveva sposato non sapesse fare un bucato decente.
Non era accettabile che lui Uomo andasse in giro con le mutande di un colore da “femmina”.
Lui che era un uomo buono, aveva detto loro che non era così importante. Ed è stato lì, in quello strafottutissimo istante che hanno innescato, in quell’uomo buono che avevo sposato, il loro odio come l’erba gramigna che infetta un campo di grano.
Doveva dare una punizione a sua moglie, questo era l’argomento preferito di padre e fratello, Lei doveva imparare la lezione per non ripetere l’errore mai più
E per una lunga settimana avevano continuato a chiedere se aveva punito la moglie.
Purtroppo ad un successivo lavaggio, mia figlia aveva messo nella lavatrice il suo peluche, la sua paperotta gialla. Non me ne sono accorta, lei voleva emularmi nelle faccende. Non me ne sono accorta.
La papera aveva fatto un altro disastro, questa volta il bianco non era così immacolato ma aveva quella sfumatura giallastra che rende al bianco quella visione di sporco.
Ed è così che è iniziata… la sberla è arrivata come una tromba d’aria che spazza via il tetto di una casa.
Mi ricordo ancora i denti che sbattono tra loro e il cervello che mi si ribalta nella scatola cranica, tanto era arrivata forte.
In quella sberla c’era tutta la rabbia e la frustrazione che suo padre e suo fratello, avevano fatto montare come la panna. La sua famiglia! Quella da cui si era allontanato proprio perché erano maschilisti violenti.
Ed è così che ad ogni mio piccolo errore, le botte aumentavano di intensità e di durata, per poi fare “rapporto alla sua amata famiglia”.
Un pomeriggio rientro dalla farmacia, ero andata a ritirare le medicine per lui, apro la porta e la scena che vedo è lui che trona su mia figlia, di lei vedo solo i polpacci e i piedi allungati a terra.
Lui le urla che è una inetta come sua madre, che non sa fare nulla di buono se non disastri. Resto allibita per l’irruenza di parole schifose che escono dalla sua bocca, mentre urla schiumando come un cane rabbioso.
Poi si sposta e… vedo che ha la sua cintura dei pantaloni arrotolata alla mano destra, la fibbia è esposta verso l’esterno e mi si gela il sangue.
Chiedo che cosa sta succedendo
Lui si gira e nel farlo si sposta di lato ed io la vedo… Mio Dio… VEDO lei, mia figlia, schiacciata nell’angolo con la guancia squarciata dalla fibbia.
La vedo, mi guarda, ha gli occhi atterriti dalla paura.
La vedo. Vedo la sua bellezza spazzata via dalla cinghia di quell’animale.
La vedo, ha perso la sua innocenza, è diventata una “donna maltrattata”.
Intollerabile
Inaccettabile
Mi si scatena la bestia, il demone dell’odio si impossessa di me
Ed io, nemmeno mi sono accorta che ho in mano un coltello, mi accorgo di tutto quando arriva la polizia.
In un attimo 3 vite spezzate, un anima morta ammazzata, un anima spezzata dalla violenza inaudita di chi dovrebbe proteggerti e un anima imprigionata per sempre nel senso di colpa, oltre alla prigione della galera.
Perché alla prima sberla non ho preso mia figlia e sono scappata lontana?
Un odio esagerato, instillato giorno dopo giorno. Il paio di mutande rosa erano una scusante. L’odio una volta seminato diventa un raccolto devastante, ed io e mia figlia eravamo a portata di cesta!
Scarlet/Atir H. Airam